Il Barocco
Santa Barbara dei Librai
Di ridotte dimensioni, affacciata su una piazzetta di forma trapezoidale in leggera salita, cattura l’attenzione dei passanti perché inserita in un contesto urbano che le dona un incredibile effetto scenografico.
Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Ente Religioso cattolico |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | 9:00-12:00 e 16:00-18:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 13-Elio De Rosa editore-1998 Comunità di S. Barbara-Santa Barbara dei Librari-cicl. In proprio F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994. |
Indirizzo | Largo dei Librari, 85 – Rione Parione |
Realizzazione | Edificata nell’XI secolo, ricostruita nel 1680 e restaurata a fine Novecento |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Giuseppe Passari (1636-1687) |
da non perdere | Crocifisso ligneo trecentesco e un trittico della “Madonna con Bambino e i Ss. Michele Arcangelo e Giovanni Battista” |
Storia
La chiesa ha origini antiche: fu infatti probabilmente costruita tra il X e l’’XI secolo, come testimonia un’iscrizione al suo interno che ne attribuisce la proprietà al patrizio Giovanni di Crescenzio e a sua moglie Rogata, vissuti proprio a cavallo dei due secoli. Come molti degli edifici in quest’area, la chiesa sorge su parte dei resti dell’antico Teatro di Pompeo. Restaurata una prima volta nel 1306, nel 1601 fu assegnata da papa Clemente VIII all’Università dei Librai che unì al titolo di Santa Barbara quello del suo patrono, San Tommaso d’Aquino. Nel 1680 la chiesa fu ricostruita in forme barocche, ma quando nel 1878 la confraternita dei Librai fu sciolta, fu sconsacrata e lasciata in stato di abbandono, tanto da essere usata come semplice magazzino, mentre i suoi ornamenti più importanti furono trasferiti nella vicina chiesa dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari.
Negli anni Ottanta del Novecento, è stata affidata alla Comunità di S. Barbara come suo luogo di incontro e di preghiera ed è stata riaperta nuovamente al culto. Tra il 1990 e il 1993 è stata poi sottoposta ad un accurato restauro durato alcuni anni, grazie al quale la chiesa si presenta oggi nel suo ritrovato splendore.
Esterno
La facciata tardo barocca, a due ordini, è opera di Giuseppe Passeri, che la costruì nel 1680. Nel primo ordine, tra due colonne con capitelli compositi è la porta, sormontata da un timpano arcuato, racchiudente una testa di un cherubino. L'architrave della porta reca l'iscrizione dedicatoria. Nel secondo ordine, in una nicchia, vi è la statua, opera di Ambrogio Parisi, della santa titolare con ai piedi la raffigurazione delle folgori che rimandano al suo ruolo di protettrice dagli incendi. Ai lati della chiesa vi sono due finestre con motivo di conchiglia.
Interno
L’interno è a pianta a croce greca, con una sola navata dalla quale si aprono le cappelle laterali; la navata conserva diversi affreschi, in particolare sulla vita di S. Barbara, eseguiti da Luigi Garzi, ma ritoccati da Domenico Monacelli nel restauro ottocentesco. Il Garzi è anche l’autore del dipinto sulla volta raffigurante la Gloria di S. Barbara.
Sul lato destro si incontra la Cappella della Madonna, dove è conservato un trittico in legno del 1453 raffigurante la Madonna col Bambino e con S. Giovanni Battista e S. Michele Arcangelo. Sul transetto destro vi è la Cappella del Crocifisso con un crocifisso ligneo trecentesco, con la raffigurazione della Madonna e di S. Giovanni ai piedi della croce (opera del Garzi).
Sopra l'arco trionfale dell'abside si trova una lunetta con il dipinto raffigurante il Martirio di S. Barbara del Monacelli. Nell'abside stessa è un'altra lunetta sulla parete destra con un dipinto, sempre del Monacelli, della Fuga di S. Barbara. Sotto quest'opera si trova il dipinto del Garzi raffigurante La Madonna col Bambino, i santi Barbara e Tommaso d'Aquino ed altre figure riconducibili a membri della Confraternita dei Librai.
Sull’altare maggiore si trova il dipinto di Luigi Garzi raffigurante S. Barbara che venera la Santissima Trinità.
Sul transetto sinistro, si trova una cappella dedicata ai SS. Tommaso d'Aquino e Giovanni di Dio , i due protettori dei librai; la pala d’altare, opera di Francesco Ragusa, raffigura La madonna con il Bambino circondata da S. Giuseppe, S. Pietro, S. Paolo, S. Tommaso d'Aquino e S. Giovanni di Dio.
Segue la cappella Specchi in cui è rappresentato il ciclo della vita di S. Saba ad opera di Giovanni Battista Brughi.
In controfacciata, sopra la porta d'ingresso principale vi è la cantoria, dove è collocato un organo del Seicento.
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