Il Rinascimento
San Lorenzo in Damaso
È una delle chiese di Roma dalle origini più antiche ma è anche “nascosta” alla vista. Priva di facciata, la chiesa è infatti completamente inglobata nel grande palazzo della Cancelleria sull’omonima piazza.
Indirizzo | Piazza della Cancelleria, 1 – Rione Parione |
Realizzazione | Chiesa originaria del IV secolo, ricostruita nel XV secolo e restaurata nel XVI, XVII e XIX secolo |
Stile architettonico | Rinascimentale |
Architetto | Donato Bramante (1444-1514) |
da non perdere | Opere di Corrado Giaquinto, Sebastiano Conca, Stefano Maderno e Federico Zuccari. Icona della “Vergine di Grottapinta |
Specifiche | Basilica minore-Parrocchia diocesana |
Proprietà | Santa Sede |
Affidamento | Clero diocesano |
Accesso | DA LUN a SAB 16:30-19:00; DOM 10:00-12:00 e 16:30-19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 10-Elio De Rosa editore–1997; F. Gizzi- Le Chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994; sanlorenzoindamaso.it |
Storia
La basilica fu eretta da papa Damaso (nel IV secolo nel sito di un antico titulus. Successivamente fu restaurata dai pontefici Adriano I e Leone III nell’VIII secolo, e accanto ad essa fu eretta la residenza dei cardinali titolari, dove venivano custoditi anche i libri sacri della Curia Romana.
Nel 1495, sotto il pontificato di Alessandro VI (1492-1503), per volere del cardinale Raffaele Riario (1461-1521) fu iniziata la costruzione dell’imponente palazzo di famiglia al cui interno fu inclusa la basilica dedicata a S. Lorenzo a cui venne aggiunto il predicato "in Damaso" con riferimento al pontefice fondatore della chiesa originaria, che fu totalmente demolita tra il 1497 e il 1503, dopo l'inizio della costruzione dell'attuale edificio. Il progetto, affidato ad Antonio da Montecavallo (seconda metà XV-XVI secolo) e a Donato Bramante, venne terminato nel 1511.
La basilica, tra il XVI e il XVII secolo, fu sottoposta a vari lavori di ristrutturazione: nella seconda metà del XVI secolo venne rifatto il portale d'ingresso principale da Jacopo Barozzi detto il Vignola, furono decorate le pareti con dipinti murali ad affresco eseguiti da Giuseppe Cesari detto Cavalier d'Arpino, Niccolò Circignani detto il Pomarancio e Giovanni de Vecchi e realizzato il soffitto ligneo a cassettoni. Nel secondo quarto del XVII secolo, su progetto di Gian Lorenzo Bernini, fu modificata l'abside in semicircolare, costruita la confessione e le due cantorie, vennero aperte le finestre nelle pareti meridionale e occidentale della navata maggiore, ed eseguita la decorazione a stucchi.
Nel 1798-1799 con l'occupazione francese, il palazzo divenne sede del Tribunale della Repubblica Romana: la chiesa venne adibita a scuderia per le guardie imperiali e per questo seriamente danneggiata.
Venne quindi restaurata da Giuseppe Valadier nel 1807 e nel 1816-1820, quando fu eliminata la confessione che, insieme all’abside, Gian Lorenzo Bernini aveva realizzato nel 1640 per volere del cardinale Francesco Barberini, trasformando il presbiterio in sontuose forme barocche. Ulteriori restauri furono eseguiti nel 1868 da Virginio Vespignani che ripristinò le linee rinascimentali della chiesa, eliminando quasi del tutto gli interventi successivi. La chiesa assunse così l’aspetto attuale, fatta eccezione del soffitto ligneo, ricostruito in seguito all’incendio del 31 dicembre 1939.
La basilica è di proprietà della Santa Sede con diritti di extraterritorialità come disposto nei Patti Lateranensi sottoscritti nel 1929.
Esterno
Alla basilica, priva di facciata, si accede attraverso un portale, opera del Vignola, che si apre sul prospetto principale del palazzo della Cancelleria.
Interno
L'interno conserva la struttura tardo-quattrocentesca a tre navate con un'abside semicircolare delimitata da sei arcate per lato poggiate su pilastri quadrangolari e preceduta da un vestibolo coperto con volte a crociera. Il vestibolo è articolato in due terminali: in quello destro si trova la Cappella di S. Nicola di Bari, detta anche Cappella Ruffo, con all'altare una pala con Madonna con Gesù Bambino con S. Nicola di Bari e S. Filippo Neri (1743), opera di Sebastiano Conca; sulla volta e sui pennacchi, Dio Padre appare a san Nicola di Bari e Virtù cardinali (1743), affresco di Corrado Giaquinto.
Nel terminale sinistro si trova la Cappella del Santissimo Sacramento, detta anche Cappella Ottoboni dove sono presenti all'altare, pala con Ultima Cena (1818), olio su tela di Vincenzo Berrettini e, sulla volta, Apoteosi dell'Agnello di Dio (1735), affresco di Andrea Casali.
Le navate traverse al vestibolo conservano, tra gli altri, il monumento funebre di Alessandro Valtrini, realizzato nel 1639 su disegno di Gian Lorenzo Bernini e una statua di S. Carlo Borromeo opera di Stefano Maderno (1610 ca.).
La navata centrale, coperta da un soffitto ligneo dorato a cassettoni si sviluppa su tre pareti ornate da altrettanti cicli di affreschi eseguiti nel 1868-1869, da Luigi Fontana e raffiguranti Episodi della storia della Chiesa, il Martirio di santi e storie della vita di S. Lorenzo e di S. Damaso.
Lungo la parete della navata destra sono collocati monumenti funebri e due cappelle: nella prima, dedicata al Santissimo Crocifisso, detta anche Cappella
Massimo, è presente all'altare un Crocifisso ligneo della seconda metà del XIV secolo. Nella seconda cappella, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, si conserva all'altare, Sacro Cuore di Gesù (metà del XIX secolo), opera di Pietro Gagliardi.
In fondo alla navata destra, accanto al presbiterio, si trova la cappella della Madonna di Pompei.
La cappella interna della sacrestia ospita una Madonna in trono tra angeli oranti detta Madonna delle Gioie (seconda metà del XVI secolo), tavola di Niccolò Circignani detto il Pomarancio.
Il presbiterio, modificato nel 1640 da Gian Lorenzo Bernini creando un'abside a due ordini di paraste con due cantorie entro arconi in basso e altre due in alto con gli organi, attualmente si presenta con l'apparato decorativo definito da Virginio Vespignani, che modificò i coretti superiori e aggiunse il baldacchino su quattro colonne di alabastro. All'altare maggiore è presente una pala con l’Incoronazione di Maria Vergine con S. Paolo, S. Lorenzo, S. Clemente e S. Pietro (1568), opera di Federico Zuccari; nel catino absidale, entro tondi, si trovano affreschi di Francesco Grandi con Virtù teologali (metà del XIX secolo).
Passando alla navata sinistra, a lato del presbiterio è posta la Cappella dell'Immacolata Concezione, ristrutturata da Pietro da Cortona nel 1635-1638 e restaurata ulteriormente nel 1859, dove all'altare è presente l’icona di ambito bizantino, della Madonna Avvocata detta anche Madonna di Grottapinta (prima metà del XII secolo). Lungo la parete della navata sinistra sono collocati monumenti funebri e lastre tombali.
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