San Giacomo in Augusta - Le Chiese di Roma

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Il Rinascimento
San Giacomo in Augusta
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Il suo nome deriva dal vicino mausoleo di Augusto, ma la chiesa è chiamata anche di S. Giacomo degli Incurabili, per l'attiguo ospedale, fondato nel XIV secolo e, a partire dal XVI secolo, dedicato alla cura delle malattie per le quali al tempo non c’era cura.
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Specifiche
Parrocchia diocesana
Proprietà
Diocesi di Roma
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
8:00-12:00 e 16:00-19:00
Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra-Itinerario 1- Elio De Rosa editore-1995;
F. Gizzi- Le chiese rinascimentali di Roma- Newton-1994;
Sangiacomoroma.blogspot.com
Indirizzo
Via  del Corso, 499 – Rione Campo Marzio
Realizzazione
Iniziata nel 1592 e portata a termine per l’Anno Santo 1600; restaurata nel XIX secolo
Stile architettonico
Manierista
Architetto
Francesco Capriani da Volterra (1535-1594) - Carlo Maderno (1556-1629)
da non perdere
Pala dell’Altare maggiore; affresco della volta “Gloria di S. Giacomo”
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Storia
La storia della chiesa è legata a quella dell’ospedale San Giacomo, fondato nel 1338 e detto "in Augusta" per la vicinanza con le rovine del Mausoleo di Augusto. All'ospedale era annessa una cappella che fu più volte ampliata insieme alle strutture annesse. Nel 1592 si decise di edificare una nuova chiesa su progetto di Francesco Capriani da Volterra, portato a termine nel 1602 da Carlo Maderno.
Durante la Repubblica romana del 1849, la chiesa fu trasformata in stalla e perse gran parte delle opere e dell'arredo originale, che vennero bruciati dai rivoltosi in piazza del Popolo.
Un restauro successivo, tra il 1861 e il 1863, interessò l'intera chiesa che venne ritinteggiata, mentre la volta venne decorata con dipinti murali ad affresco e messo in opera il pavimento marmoreo. Ulteriori restauri dell'edificio furono eseguiti tra il 1890 e il 1912.
Esterno
La facciata, in travertino, presenta due ordini: l'inferiore, realizzato da Francesco da Volterra, apre al centro un portale affiancato da colonne corinzie con ai lati due porte minori. Il superiore, opera del Maderno, presenta un balcone centrale con una nicchia a conchiglia sormontata da un timpano spezzato. I due campanili identici, disegnati dal Maderno, sono invisibili dalla strada: si trovano ai lati della chiesa e ognuno ha due piani; in cima c'è una cupola in piombo.
Interno
L'interno della chiesa presenta una pianta ellittica coperta da una cupola pure ellittica, con tre cappelle per parte e presbiterio absidato. La calotta della cupola è decorata con un pregevole dipinto murale raffigurante la Gloria di S. Giacomo il maggiore, affresco di Silverio Capparoni (XIX secolo).
Lungo la parete destra, subito dopo il battistero, si aprono tre cappelle: la prima, detta dell’Espiazione, conserva all'altare una Resurrezione di Gesù Cristo, dipinto di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio inizi del XVII secolo).
Nella cappella successiva, dedicata alla Madonna dei Miracoli, è posto all'altare un rilievo con S. Francesco di Paola che implora Maria Vergine per gli infermi (1716), in marmo di Pierre Legros: nell'opera è inserito l’affresco raffigurante la Madonna con Gesù Bambino detta Madonna dei Miracoli (XV secolo), e alle pareti laterali, due episodi di miracoli operati da S. Francesco di Paola, dipinti di Giuseppe Passeri (inizi del XVIII secolo).
L’ultima cappella del lato destro è dedicata a S. Giuseppe e presenta all'altare una pala con Battesimo di Gesù Cristo (inizio del XVII secolo), opera di Domenico Crespi detto il Passignano.
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, si conclude con l'abside semicircolare dove all'altare maggiore è presente, entro mostra, Trinità (1861-1862), olio su tela di Francesco Grandi: l'opera presenta un'insolita interpretazione del soggetto, dove si vedono Dio Padre e la colomba dello Spirito Santo tra gli angeli che adorano il Figlio-tabernacolo collocato al di sotto del dipinto stesso.
Lungo la parete sinistra si aprono tre cappelle: subito dopo il presbiterio si trova la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, che presenta una pala con Adorazione dei pastori (primo quarto del XVII secolo), opera di Antiveduto Gramatica.
Segue la cappella dedicata a S. Giacomo il maggiore, dove è collocata all'altare una statua cinquecentesca in marmo di S. Giacomo il maggiore, di Ippolito Buzzi.
Infine si ha la cappella, dedicata al Sacro Cuore di Gesù Cristo, in cui si custodiscono, all'altare, una pala con l’Apparizione di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alacoque (1911), di Achille Buzzi e, alle pareti laterali, Cena in Emmaus e Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani (1910), dipinto di Ettore Ballerini (inizi del Novecento).
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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