Il Rinascimento
San Girolamo dei Croati
Nota anticamente con il nome di San Girolamo degli Illirici o degli Schiavoni, oggi è la chiesa nazionale dei croati a Roma. Sorge accanto alla chiesa di San Rocco all’Augusteo, in quell’area a ridosso del Tevere che tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento cambiò radicalmente volto, con la demolizione del porto di Ripetta e poi con i lavori per l’isolamento del Mausoleo d’Augusto.
Specifiche | Rettoria-Chiesa nazionale (Croazia)- luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Lucina |
Proprietà | Collegio di San Girolamo |
Affidamento | Clero di altra diocesi |
Accesso | Da LUN a SAB 7:00-9:00 e 17:00-19:00; DOM 10:00-13:00 e 17:00-19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra –Itinerario 6- S. Girolamo dei Croati-Elio De Rosa editore-1996; F. Gizzi- Le Chiese rinascimentali di Roma-Newton-1994; www.sveti-jeronim.org/italiano/storia/ |
Indirizzo | Via Tomacelli, 132 – Rione Campo Marzio |
Realizzazione | Edificata nella seconda metà del XV secolo, fu riedificata nel 1588 |
Stile architettonico | Manierista |
Architetto | Martino Longhi il Vecchio (1534-1591) |
da non perdere | Falsa cupola, affreschi “Episodi della vita di S. Girolamo” |
Storia
Nella zona, prospiciente il porto fluviale di Ripetta, si era insediata fin dal XIV secolo una comunità di immigrati croati, all'epoca detti Illirici o Schiavoni, ai quali papa Niccolò V nel 1453 concesse una piccola chiesa dell'XI secolo, detta Santa Marina de Posterula, con il permesso di ricostruirla e intitolarla al loro patrono, S. Girolamo, e di istituirvi un ospizio e un ostello per i pellegrini connazionali.
Sisto V alla fine del XVI secolo la fece ricostruire interamente, dotandola di una ricca decorazione pittorica e di preziosi arredi. I lavori di demolizione della chiesa primitiva e di costruzione della nuova furono affidati a Martino Longhi il Vecchio e Domenico Fontana. I lavori ebbero inizio nel giugno 1588 e terminarono nel luglio 1589. L'apparato decorativo venne affidato a Giovanni Guerra e a un'équipe da lui guidata composta da cinque pittori: Antonio Viviani, Andrea Lilli, Paris Nogari, Avanzino Nucci e Paolo Guidotti Borghese.
Nel 1847 la chiesa fu sottoposta a un complessivo restauro e, in seguito, la demolizione del porto di Ripetta a seguito della sistemazione degli argini del Tevere e lo sventramento degli anni Trenta del secolo scorso, hanno determinato un isolamento della chiesa e di quella vicina di San Rocco all’Augusteo, che fino ad allora era¬no inserite in una vivacissima scena urbana.
Esterno
La facciata, di stile tardo-rinascimentale, progettata da Martino Longhi il Vecchio, è suddivisa in due ordini da un aggettante cornicione che reca l'iscrizione dedicatoria. L'ordine inferiore è diviso in cinque settori verticali da sei paraste che inquadrano, ai lati, quattro nicchie e un portale con timpano triangolare. Mentre quello superiore è articolato in tre settori verticali da quattro paraste corinzie che inquadrano due nicchie ai lati e un'ampia finestra rettangolare. Al centro del timpano triangolare di coronamento è collocato lo Stemma di papa Sisto V tra due festoni.
Interamente in travertino, la struttura della facciata è arricchita sui fregi e tra i capitelli degli ordini da festoni e soprattutto da emblemi papali: teste di leone, le pere, i monti e le stelle su entrambi i livelli.
L'intero prospetto esterno, purtroppo, ha perso il suo slancio originario in seguito al rialzamento, alla fine del XIX secolo, della sede stradale.
Interno
La chiesa ha una pianta a croce latina, a navata unica con tre cappelle per lato e una finta cupola, decorata con un dipinto murale raffigurante la Visione ultraterrena della Trinità (1589-1590), affresco attribuito a Giovanni Guerra; la finta cupola è opera di Andrea Lilli.
La navata, coperta da una volta a botte, è decorata con un dipinto murale ad affresco, eseguito tra il 1847 e il 1852 ca., da Pietro Gagliardi, raffigurante al centro l’Esaltazione della Santa Croce e, nei pennacchi, Profeti.
Lungo il lato destro si aprono tre cappelle: la prima, dedicata a S. Antonio da Padova, conserva all'altare un dipinto con l’Annunciazione e santi (1718), dipinto di Michele Cerruti. La cappella successiva, dedicata alla Madonna della Stella, presenta alle pareti affreschi di Pietro Gagliardi raffiguranti la Natività di Maria e Assunzione di Maria (1847-1852 ca). Segue la cappella dedicata a S. Anna con, all'altare, Madonna con Gesù Bambino e S. Anna (1631-1633), dipinto di Giuseppe Puglia
I terminali del transetto, sono decorati da due dipinti murali ad affresco, eseguiti tra il 1847 e il 1852 ca. da Pietro Gagliardi, raffiguranti sulla destra la Crocifissione e, sulla sinistra l’Adorazione dei Magi.
Il presbiterio con abside rettangolare è decorato con dipinti murali che presentano, alle pareti, Storie della vita di S. Girolamo (1589-1590), affreschi di
Giovanni Guerra e aiuti; sulla volta Gloria di san Girolamo (1588), affresco di Paris Nogari. L’altare maggiore è opera settecentesca.
Passando al lato sinistro si trova la cappella dedicata ai santi Cirillo e Metodio, con affreschi di Andrea Lilli (1590-1592). La cappella successiva, dedicata alla Madonna Addolorata, presenta, all’altare una Pietà (1631-1633), dipinto di Giuseppe Puglia; segue la cappella, dedicata a S. Girolamo con, all’altare, S. Girolamo (1631-1633), dipinto di Giuseppe Puglia.
La controfacciata presenta, in alto, Papa Niccolò V e papa Sisto V (1847-1852 ca.), affresco di Pietro Gagliardi; in basso, si trova il monumento funebre di Paolo Gozzi (seconda metà del XVII secolo).
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