Il Barocco
San Francesco di Paola ai Monti
Dedicata al santo fondatore dell'Ordine dei Minimi, è l'unica chiesa romana ad avere per campanile una torre edificata a difesa di un palazzo: quello dei Borgia.
Specifiche | Rettoria-chiesa regionale (Calabria)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria ai Monti |
Proprietà | Ordine dei minimi (OM) |
Affidamento | Ordine dei minimi (OM) |
Accesso | CHIUSA AL CULTO PER RESTAURI-NON VISITABILE |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra–Itinerario 3-San Francesco di Paola–Elio De Rosa ed.-2005; F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994 |
Indirizzo | Piazza di San Francesco di Paola, 10 – Rione Monti |
Realizzazione | Iniziata nel 1624, ampliata nel 1645-50 e completata nella decorazione agli inizi del XVIII secolo, In attesa di restauri |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Orazio Torriani (1578-1657) - Luigi Barattoni (nd-nd) |
da non perdere | Altare maggiore, di Giovanni Antonio de Rossi; dipinti del Sassoferrato e di Giuseppe Bartolomeo Chiari |
Storia
La chiesa ed il convento attiguo furono fondati da un prete cosentino, Giovanni Pizzullo, che aveva acquistato il palazzo medievale dalla famiglia Cesarini e che era già stata proprietà della famiglia Borgia; donò poi la proprietà ai Frati Minimi, che qui fondarono un convento nel 1623. La chiesa venne edificata subito dopo su progetto di Orazio Torriani, ampliata nel 1645-50 e completata nella decorazione da Luigi Barattoni agli inizi del Settecento. Nel 1873, però, insieme a quasi tutti gli altri conventi romani, il complesso fu sequestrato dal governo italiano e trasformato in scuola. I Minimi riuscirono a riprendere possesso del convento all'inizio del XX secolo: ora è sede della Casa Generalizia dell'Ordine dei Minimi.
Nel 1999 la chiesa è stata dichiarata chiesa regionale per i calabresi residenti a Roma ma è attualmente chiusa al culto in conseguenza della necessità di radicali restauri.
Esterno
Presenta una facciata a due ordini: quello inferiore è in travertino con un portale e due nicchie a edicola tra lesene con teste di cherubini; quello superiore presenta una modesta finitura a intonaco del Settecento. La chiesa utilizza come campanile una torre del vicino palazzo Borgia, che divenne sede del monastero quando fu costruita la chiesa.
Interno
L’interno ha un’unica navata con tre cappelle per lato. Il soffitto della navata è a botte con finti cassettoni dipinti a trompe l'oeil; il pavimento marmoreo ingloba alcune lastre tombali del XVII e XVIII secolo.
La prima cappella sul lato destro è dedicata ai santi Gioacchino e Anna; la pala d'altare che li raffigura con la Vergine è di Filippo Luzi, mentre gli affreschi del soffitto sono di Onofrio Avellino (XVIII secolo). Nella cappella è conservato un crocifisso ligneo del Seicento.
La cappella successiva destra è dedicata a S. Francesco di Paola; la pala d’altare settecentesca mostra il santo che ha una visione della Madonna; la volta e le pareti laterali presentano affreschi di Giuseppe Chiari (XVIII secolo), raffiguranti miracoli operanti dal santo. Segue quindi la cappella dedicata a S. Francesco di Sales che presenta affreschi di Antonio Grecolini (XVIII secolo) e la pala d'altare raffigura il santo mentre emette i voti terziari; ai lati sono rappresentati episodi della vita del santo.
Subito dopo si trova il monumento sepolcrale di Lazzaro Pallavicini, progettato da Ferdinando Fuga nel 1744; il busto ritratto è di Agostino Corsini.
L’altare maggiore in cui è raffigurato l’Eterno tra angeli e cherubini, è opera di Giovanni Antonio De Rossi (1655 circa) e si caratterizza per lo scenografico panneggio di stucco imitante il bronzo ed è fiancheggiato da una coppia di porte che conducono al retrostante coro.
Dietro l'altare maggiore si trova il coro dei frati, al quale si accede attraverso la coppia di porte che lo fiancheggiano. Gli stalli sono in noce e risalgono al 1673. La pala d'altare è una statua lignea di S. Francesco di Paola. A sinistra del presbiterio si trova l'ingresso alla sacrestia il cui soffitto, dipinto dal Sassoferrato, ha per tema l’Apparizione della Vergine Maria a S. Francesco di Paola (1660); nella cappella attigua si trova la Crocifissione e S. Francesco di Paola di Francesco Cozza.
Passando al lato sinistro si incontra la cappella dedicata a S. Michele Arcangelo con una pala raffigurante S. Michele Arcangelo di Stefano Perugini. Gli altri dipinti sono di Giacomo Triga (1728): sulla volta è raffigurato S. Michele e angeli con la croce, mentre sulle pareti laterali è raffigurato l'Arcangelo che dona a S. Francesco di Paola l'abito dei Minimi e il motto (Caritas) dell'Ordine.
La cappella successiva è dedicata a S. Nicola Saggio da Longobardi, raffigurato nella pala d’altare opera di Francesco Manno (1786). Sulle pareti laterali sono riproposte La Natività e L'Adorazione dei Magi di Stefano Pozzi, autore anche della volta del soffitto in cui è raffigurata L'Assunzione.
Infine, si ha la cappella dedicata al Beato Gaspare del Bono rappresentato nella pala d’altare eseguita da Vincenzo Milione nel 1787; sulle pareti laterali sono presenti dipinti con episodi incentrati sulla vita di S. Giuseppe, opera del Pozzi.
Nella controfacciata si trova la tribuna dell'organo sulla cui balconata è inciso il motto dei Minimi: Caritas. Sopra l'organo è presente un rilievo in stucco raffigurante la Gloria di S. Francesco di Paola.
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