Il Barocco
San Francesco a Ripa
La chiesa e il convento di San Francesco a Ripa Grande sono il Santuario Francescano Romano, perché unico convento di Roma dove ha soggiornato più volte il Santo di Assisi, di cui se ne conserva la cella.
Specifiche | Parrocchia diocesana |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei Frati Minori (OFM) |
Accesso | 7:30-12:30 e 16:00-19:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Ministero degli Interni-Fondo Edifici di Culto-San Francesco d’Assisi a Ripa; F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994 sanfrancescoaripa.it |
Indirizzo | Piazza S. Francesco d'Assisi, 88 – Rione Trastevere |
Realizzazione | Costruita nel 1200 circa, venne ampliata nel 1603 e parzialmente ricostruita nel 1682 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Onorio Longhi (1568-1619)-Mattia De Rossi (1637-1695) |
da non perdere | Statua della Beata Ludovica Albertoni del Bernini; Immagine di S. Francesco; Annunciazione di Francesco Salviati |
Storia
Il complesso sorge sul luogo dell'antico ospedale per la cura e l'accoglienza dei poveri, dedicato a San Biagio de Curte , risalente al X secolo, dove venivano accolti e curati i pellegrini che sbarcavano nel vicino porto fluviale di Ripa Grande. Nell'edificio S. Francesco d'Assisi e i suoi primi compagni di fede, aiutati dalla nobildonna Jacopa de' Settesoli, trovarono qui più volte ospitalità e riparo durante le loro visite a papa Innocenzo III e al suo successore Onorio III. Dopo la morte di S. Francesco la piccola cella dove il santo aveva alloggiato, divenne luogo di preghiera e devozione Nel 1229 papa Gregorio IX fece cedere definitivamente ai Frati Minori l'ospizio con la chiesa di San Biagio, ormai in rovina, come loro dimora romana. Due anni dopo i religiosi, grazie al generoso contributo del conte Pandolfo II degli Anguillara, riedificarono la chiesa e adattarono l'ospizio a convento: fu in questa occasione che venne dedicata a S. Francesco, mentre il toponimo "a Ripa" si spiega con la vicinanza della stessa al porto fluviale di Ripa Grande.
La chiesa fu ampliata nel 1603 da Onorio Longhi e tra il 1681 e il 1685 fu oggetto di un radicale intervento di restauro diretto da Mattia De Rossi che comportò la demolizione e la ricostruzione dell'aula liturgica, la realizzazione di tre cappelle sul lato destro, simmetriche a quelle già presenti sulla sinistra e l'erezione della facciata.
Nuovi lavori di ristrutturazione e restauro vennero effettuati nel corso del XVIII e XIX secolo.
Esterno
La facciata, realizzata da Mattia De Rossi tra il 1682 e il 1689, è barocca, semplice e a due ordini, con lesene doriche che dividono il piano inferiore in cinque scomparti, mentre il piano superiore è limitato alla navata centrale. Il campanile a vela, edificato nel 1734, sostituisce quello medievale.
Interno
La chiesa, a pianta a croce latina, presenta l'interno a tre navate coperte a volta a botte, divise da pilastri e tre cappelle per lato. L’ambiente è quello tipico francescano, privo di sfarzo o lusso, ma tuttavia arricchito da numerose opere e monumenti funebri che adornano pilastri e pareti.
Nella prima cappella della navata destra, dedicata al Santissimo Crocifisso è presente all'altare un Crocifisso ligneo (XVII secolo), opera di Angelo da Pietrafitta; gli affreschi della volta sono di frate Emanuele da Como (XVII secolo).
La seconda cappella, dedicata a S. Giovanni da Capestrano, è completamente decorata prima del 1704 da Domenico Maria Muratori con un ciclo dipinti con Storie della vita di S. Giovanni da Capestrano.
La cappella successiva, dedicata a S. Giuseppe, custodisce all’all'altare una pala con Trinità e Sacra Famiglia (1685), opera di Stefano Maria Legnani detto il Legnanino; gli affreschi delle pareti e della volta sono di Giuseppe Passeri (XVII secolo). Sotto l’altare è posto il corpo di S. Leonzia Martire.
Nel terminale del transetto destro si apre la cappella Rospigliosi-Pallavicini, dedicata a S. Pietro d'Alcantara e S. Pasquale Baylon: La pala d’altare mostra S. Pietro d’Alcantara e S. Pasquale Baylon in adorazione eucaristica ed è opera di Giuseppe Bartolomeo Chiari (primo quarto del XVIII secolo). Sulle pareti laterali si trovano i monumenti sepolcrali della famiglia Rospigliosi-Pallavicini.
Al cento del presbiterio, rialzato di alcuni gradini e circoscritto da una balaustra, è collocato l'altare maggiore, in marmi policromi, realizzato nel 1746 da Secondo da
Roma: presenta al centro il gruppo scultoreo ligneo con S. Francesco d'Assisi in estasi sostenuto dagli angeli (XVII secolo), attribuito a Giovanni Leonardo Giurato detto Diego da Careri e, ai lati, le statue in gesso dell'Allegoria della Fede e della Carità (metà del XVIII secolo), di Secondo da Roma.
Dietro l'altare, si apre l'abside rettangolare, con il coro ligneo, in legno intagliato (1608), disegnato da Onorio Longhi e l’affresco di Giovanni Battista Ricci da Novara con la Trinità, S. Bernardino da Siena e S. Bonaventura da Bagnoregio (primo quarto del XVII secolo).
Dalla sacrestia si accede alla cappella di S. Francesco, costituita dalla cella del santo, unico resto dell'antico ospizio, dove si custodiscono alcune sue reliquie (un brandello della benda insanguinata, un frammento del cilicio e la roccia sulla quale poggiava il capo per riposare) e un dipinto raffigurante S. Francesco d'Assisi, tavola di Margaritone d'Arezzo: l'opera è considerata uno dei rari ritratti autentici del santo.
Nel terminale del transetto sinistro si apre la cappella Paluzzi-Albertoni, dedicata a sant'Anna, disegnata da Giacomo Mola nel 1625, che ospita la statua giacente raffigurante l’Estasi della Beata Ludovica Albertoni (1675), ultima opera di Gian Lorenzo Bernini; la pala d’altare di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (1675) raffigura la Madonna con Gesù Bambino e S. Anna.
Passando alla navata sinistra si incontra la cappella dedicata a S. Carlo da Sezze, dove è custodito, sotto la mensa d'altare, un reliquiario ad urna con le spoglie di S. Carlo da Sezze (seconda metà del XVII secolo). Segue la cappella dedicata all'Annunciazione che conserva all'altare una pala con Annunciazione (XVI secolo)), dipinto di Francesco de' Rossi detto il Salviati e sulla volta, sui pennacchi e nelle lunette affreschi di Giovan Battista Ricci detto il Navarro con Gloria dell’Eterno Padre e scene della vita di Maria Vergine, Profeti, Evangelisti e Sibille (XVII secolo).
Si incontra quindi la cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, con la pala d’altare di Martin de Vos (1560) raffigurante l’Immacolata Concezione e alle pareti le tele di Antonio della Cornia (secolo XVII) raffigurante l’Assunzione della Vergine e la tela di Simon Vouet (1614) che rappresenta la Nascita della Madonna.
In fondo alla cappella due porticine immettono in un ambiente dove c’è la tomba del pittore Giorgio de Chirico le cui spoglie furono qui traslate nel 1992 dal cimitero del Verano.
La chiesa, a pianta a croce latina, presenta l'interno a tre navate coperte a volta a botte, divise da pilastri e tre cappelle per lato. L’ambiente è quello tipico francescano, privo di sfarzo o lusso, ma tuttavia arricchito da numerose opere e monumenti funebri che adornano pilastri e pareti.
Nella prima cappella della navata destra, dedicata al Santissimo Crocifisso è presente all'altare un Crocifisso ligneo (XVII secolo), opera di Angelo da Pietrafitta; gli affreschi della volta sono di frate Emanuele da Como (XVII secolo).
La seconda cappella, dedicata a S. Giovanni da Capestrano, è completamente decorata prima del 1704 da Domenico Maria Muratori con un ciclo dipinti con Storie della vita di S. Giovanni da Capestrano.
La cappella successiva, dedicata a S. Giuseppe, custodisce all’all'altare una pala con Trinità e Sacra Famiglia (1685), opera di Stefano Maria Legnani detto il Legnanino; gli affreschi delle pareti e della volta sono di Giuseppe Passeri (XVII secolo). Sotto l’altare è posto il corpo di S. Leonzia Martire.
Nel terminale del transetto destro si apre la cappella Rospigliosi-Pallavicini, dedicata a S. Pietro d'Alcantara e S. Pasquale Baylon: La pala d’altare mostra S. Pietro d’Alcantara e S. Pasquale Baylon in adorazione eucaristica ed è opera di Giuseppe Bartolomeo Chiari (primo quarto del XVIII secolo). Sulle pareti laterali si trovano i monumenti sepolcrali della famiglia Rospigliosi-Pallavicini.
Al cento del presbiterio, rialzato di alcuni gradini e circoscritto da una balaustra, è collocato l'altare maggiore, in marmi policromi, realizzato nel 1746 da Secondo da Roma: presenta al centro il gruppo scultoreo ligneo con S. Francesco d'Assisi in estasi sostenuto dagli angeli (XVII secolo), attribuito a Giovanni Leonardo Giurato detto Diego da Careri e, ai lati, le statue in gesso dell'Allegoria della Fede e della Carità (metà del XVIII secolo), di Secondo da Roma.
Dietro l'altare, si apre l'abside rettangolare, con il coro ligneo, in legno intagliato (1608), disegnato da Onorio Longhi e l’affresco di Giovanni Battista Ricci da Novara con la Trinità, S. Bernardino da Siena e S. Bonaventura da Bagnoregio (primo quarto del XVII secolo).
Dalla sacrestia si accede alla cappella di S. Francesco, costituita dalla cella del santo, unico resto dell'antico ospizio, dove si custodiscono alcune sue reliquie (un brandello della benda insanguinata, un frammento del cilicio e la roccia sulla quale poggiava il capo per riposare) e un dipinto raffigurante S. Francesco d'Assisi, tavola di Margaritone d'Arezzo: l'opera è considerata uno dei rari ritratti autentici del santo.
Nel terminale del transetto sinistro si apre la cappella Paluzzi-Albertoni, dedicata a sant'Anna, disegnata da Giacomo Mola nel 1625, che ospita la statua giacente raffigurante l’Estasi della Beata Ludovica Albertoni (1675), ultima opera di Gian Lorenzo Bernini; la pala d’altare di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (1675) raffigura la Madonna con Gesù Bambino e S. Anna.
Passando alla navata sinistra si incontra la cappella dedicata a S. Carlo da Sezze, dove è custodito, sotto la mensa d'altare, un reliquiario ad urna con le spoglie di S. Carlo da Sezze (seconda metà del XVII secolo). Segue la cappella dedicata all'Annunciazione che conserva all'altare una pala con Annunciazione (XVI secolo)), dipinto di Francesco de' Rossi detto il Salviati e sulla volta, sui pennacchi e nelle lunette affreschi di Giovan Battista Ricci detto il Navarro con Gloria dell’Eterno Padre e scene della vita di Maria Vergine, Profeti, Evangelisti e Sibille (XVII secolo).
Si incontra quindi la cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, con la pala d’altare di Martin de Vos (1560) raffigurante l’Immacolata Concezione e alle pareti le tele di Antonio della Cornia (secolo XVII) raffigurante l’Assunzione della Vergine e la tela di Simon Vouet (1614) che rappresenta la Nascita della Madonna.
In fondo alla cappella due porticine immettono in un ambiente dove c’è la tomba del pittore Giorgio de Chirico le cui spoglie furono qui traslate nel 1992 dal cimitero del Verano.
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