Santa Maria Immacolata - Le Chiese di Roma

panoramica
cupole di Roma
Vai ai contenuti
Il Barocco
Santa Maria Immacolata in via Veneto
banner_s Maria Immacolata
Nota anche come chiesa dei Cappuccini è una delle più suggestive chiese barocche di Roma. Conserva molte opere d’arte e una cripta davvero particolare che richiama molti visitatori.
separatore
Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Camillo de Lellis
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Ordine dei Frati Minori Cappuccini (OFM Cap.)
Accesso
7:00-12:45 e 16:00-18:45

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Roma Sacra-Itinerario 5-Elio De Rosa editore-1996;
F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994;
Provincia dei Frati Minori Cappuccini-Immacolata Concezione-2016;
www.cappuccinilazio.com
Indirizzo
Via Vittorio Veneto, 27 – Rione Sallustiano
Realizzazione
Eretta tra il 1626 e il 1631
Stile architettonico
Barocco e neoclassico
Architetto
Antonio Felice Casoni (1559-1634)
da non perdere
Opere di Guido Reni, Domenichino, Pietro da Cortona e Giovanni Lanfranco. Cripta dei Cappuccini
separatore
Storia
Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, o Nostra Signora della Concezione dei Cappuccini, fu fatta costruire da papa Urbano VIII, in onore di suo fratello Antonio Barberini che faceva parte dell'ordine dei Cappuccini. La chiesa fu disegnata da Antonio Casoni e costruita tra il 1626 ed il 1631; il disegno del complesso conventuale è del frate cappuccino Michele da Bergamo. Consacrata nel 1636, è la prima chiesa romana dedicata "A Dio in onore dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria".
Originariamente la chiesa aveva un aspetto più suburbano, affiancata a sinistra dalle spoglie pareti del convento e dalla torre campanaria, affacciata su una piazza oltre la quale si trovavano gli orti del cenobio e la villa Ludovisi.
Dopo l'unità d'Italia, nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal governo italiano, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC). Nel 1898, in conseguenza delle vicende urbanistiche della zona e per la costruzione di Via Vittorio Veneto, venne demolito il campanile ed eliminata la piazza. Mentre, tra il 1928 e il 1932, fu abbattuto il convento e modificata la scala d'accesso alla chiesa per creare lo spazio necessario all'edificazione della sede del nuovo Ministero delle Corporazioni.
Esterno
La chiesa, posta su un alto podio, è accessibile attraverso una scalinata a doppia rampa, costruita nel 1890 per allineare l'ingresso al nuovo livello stradale. La facciata, in laterizi, presenta due ordini, raccordati da volute, segnati da una fascia mistilinea: l'inferiore, scandito da sei lesene in travertino, presenta al centro un portale con un timpano triangolare sormontato dallo stemma dell'Ordine francescano; il superiore, tra due coppie di lesene e volute, è aperto da un finestrone incorniciato con un timpano centinato; un grande timpano triangolare sormontato da una croce conclude il prospetto.
Interno
L'interno si presenta a pianta rettangolare a una sola navata, con cinque cappelle per lato rialzate e intercomunicanti, terminante in un profondo abside quadrangolare e coperta da una volta a botte, decorata al centro con un dipinto murale raffigurante l’Assunzione di Maria Vergine (1796), affresco di Liborio Coccetti.
Lungo il lato destro, nella prima cappella, dedicata a S. Michele Arcangelo, si trovano all'altare, San Michele Arcangelo che combatte contro Satana (1635), tela dipinta da Guido Reni; alla parete sinistra, in alto, si trova il dipinto Gesù Cristo deriso (1610 - 1620), opera di Gherardo delle Notti; in basso, Tomba del venerabile Mariano da Torino, "il cappuccino della TV" italiana, (1972).
La seconda cappella, dedicata alla Trasfigurazione, conserva all'altare il dipinto di Mario Balassi raffigurante la Trasfigurazione di Gesù Cristo (secondo quarto del XVII secolo); alla parete destra, Madonna con Gesù Bambino appare a san Bernardo da Corleone (1768), dipinto di fra’ Felice da Sambuca; alla parete sinistra, la Natività di Gesù (1632 ca.), opera di Giovanni Lanfranco;
Segue la cappella dedicata a S. Francesco d'Assisi: vi si conservano dipinti del Domenichino con S. Francesco d'Assisi che riceve le stimmate e Morte di S. Francesco (secondo quarto del XVII secolo).
Nella cappella successiva, detta del Getsemani, è collocata all'altare, pala con Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Getsemani (1630-1632), opera di Baccio Ciarpi.
Segue la cappella dedicata a S. Antonio di Padova, nella pala d’altare è raffigurato S. Antonio da Padova resuscita un morto (1653), opera di Andrea Sacchi.
Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, sono collocati, all'altare maggiore, entro mostra, pala con Immacolata Concezione, di Gioacchino Bombelli (XIX secolo), che riproduce l'originale di Giovanni Lanfranco, distrutto da un incendio nel 1813.
Ai due lati dell’arco del presbiterio sono posti due dipinti dal cappuccino Jean François Courtois (primo quarto del XVII secolo); con alla destra in alto, S. Chiara d'Assisi e sulla sinistra S. Francesco d'Assisi; in basso, sempre sulla sinistra, è posto il Monumento funebre del principe Aleksander Benedykt Sobieskie (1714), marmo di Camillo Rusconi.
Davanti ai gradini d'accesso al presbiterio, trova posto la Tomba del cardinale Antonio Marcello Barberini, fondatore della chiesa e del convento, con la celebre iscrizione: “HIC / IACET / PVLVIS / CINIS / ET / NIHIL” (Qui giace polvere, cenere e nient'altro)
Passando al lato sinistro si incontra la cappella dedicata a S. Bonaventura da Bagnoregio con, all’altare, una pala con Apparizione di Maria Vergine a S. Bonaventura da Bagnoregio (1645), olpera di Andrea Sacchi. Segue la cappella della Madonna della Speranza con un'immagine devozionale ottocentesca della Madre di Dio.  
La cappella successiva, dedicata alla Pietà, conserva all'altare, Compianto su Gesù Cristo deposto (1630- 1631), opera di Andrea Camassei e, alla parete sinistra, S. Francesco d'Assisi che riceve le stimmate (1570-1575), di Girolamo Muziano.
Nella cappella che segue, dedicata a S. Felice da Cantalice, sono collocati all'altare, Madonna in gloria tra angeli con S. Felice da Cantalice in adorazione di Gesù Bambino (secondo quarto del XVII secolo), dipinto di Alessandro Turchi, detto l'Orbetto; sotto la mensa dell'altare, un sarcofago del III secolo conserva le spoglie di S. Felice da Cantalice, il primo cappuccino ad essere stato canonizzato.
Infine, si incontra la cappella dedicata a S. Paolo con il dipinto di Pietro da Cortona che raffigura Anania che battezza S. Paolo ridonandogli la vista (1631 ca.).
Nella sagrestia è conservato un San Francesco in preghiera, recentemente attribuito a Caravaggio.
La cripta dei Cappuccini
La cripta, ubicata sotto il lato destro della chiesa, custodisce i resti mortali di circa 3.700 frati cappuccini, morti tra il 1528 e il 1870. Costituita da un lungo corridoio e articolata in sei ambienti, la cripta raccoglie i resti mortali (teschi, tibie, femori e interi scheletri) e alcuni corpi interi di religiosi mummificati con indosso il saio. All'ingresso della cripta è posta una lapide con un'iscrizione, nella quale si legge:
“Noi eravamo quello che voi siete e quello che noi siamo voi sarete”.
La scelta di decorare la cripta con le ossa, che potrebbe apparire lugubre e macabra, è in realtà un modo di esorcizzare la morte e di sottolineare come il corpo non sia che un contenitore dell'anima e in quanto tale una volta che essa l'ha abbandonato il contenitore si può riutilizzare in altro modo.
separatore
GALLERY

separatore
Created with WebSite X5
Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
Torna ai contenuti